Palazzo
di città di Lorenzo Serristori, scenografica dimora 'sull'acqua'.
"Ovviamente
quello che rimane di questa ricercata architettura del Cinquecento
che dominava la sponda verso la Torre San Niccolò e la Pescaia,
attualmente Lungarno Serristori. Le trasformazioni imperiose di
fine
secolo XIX hanno profondamente alterato il nucleo originario con
una nuova facciata e spostato il baricentro verso il nuovo viale,
poi le trasformazioni contemporanee che ne hanno stravolto la pianta
con la destinazione d'uso ad appartamenti. Un Palazzo imponente
che fu intimamente legato alla Pescaia e al fiume Arno con precise
relazioni con l'altra parte della città. Più che un
semplice palazzo sarebbe corretto definirlo 'un articolato complesso
architettonico' che stabiliva relazioni e si integrava solidamente
con il Giardino interno, con il Ponte alle Grazie, con la Gora della
Mulina e il Fiume Arno. Costruito
sul fiume sin dell'idea progettuale originaria, della
Pescaia di San Niccolò era parte integrante e ne costituiva
una parte strutturale. Era dotato anche di un 'corridore privato'
che dal palazzo percorreva il balcone sul fiume arrivava sin al
Ponte Alle Grazie. Una costruzione pensile panoramica che si allungava
per centinaia di metri parallela al fiume, sulla Gora sino allo
sbocco del Ponte.
Questa dimora, erede della 'scuola fiorentina' e contemporaneo del nuovo
palazzo di Giannozzo Pandolfini in via San Gallo, era composto da
tante parti, ognuna con una direzione diversa ed aveva un grande
Giardino verso l'Arno, affacciato sull'acqua, attualmente conservato
in parte come verde condominiale interno della proprietà.
(L.b.c.)
"L''attuale
configurazione dell'edificio è legata agli imponenti interventi
urbanistici promossi negli anni di Firenze Capitale (1865-1871),
in particolare dal 1870 circa, quando si dette avvio ai lavori per
l'apertura dei nuovi lungarni. Per quanto concerne questo tratto
venne espropriata una lunga striscia di terreno (comprendente la
'passeggiata' con tutte le sue piccole costruzioni), rendendo necessario,
come accadeva per molti altri palazzi storici posti lungo l'Arno,
un intervento sull'antica fabbrica per voltarla verso il fiume.
Alfredo Serristori, allora proprietario, si rivolse così all'architetto
Eugenio Falciani che, entro il 1873 (come risulta dalla memoria
posta sul lato che guarda alla piazza), ridisegnò la costruzione
erigendo gli attuali due avancorpi laterali e rinnovando la disposizione
degli appartamenti interni, secondo quei concetti di classicità
e decoro dominanti l'architettura fiorentina del tempo".
Testo
tratto da 'Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini.
"Il
nucleo originario dell'edificio risulta edificato tra il 1515 e
il 1520, anno nel quale Alesso Baldovinetti ne fa menzione nei suoi
Ricordi, dicendolo costruito per volontà di Lorenzo Serristori dietro
la chiesa di San Gregorio (che si trovava in piazza de' Mozzi dove
è ora il museo Bardini), "sulla gora delle mulina", che al tempo
correva parallela al fiume dalla porta di San Niccolò fino al ponte
alle Grazie, azionando appunto due grandi mulini. Nella pianta del
Buonsignori del 1584 si rileva chiaramente come l'edificio già avesse
sul Renaio una facciata ad angolo al pari dell'attuale, con un ampio
corpo di fabbrica a un lato del quale si addossava uno degli edifici
dei mulini, e con sul retro un esteso giardino di disegno geometrico,
con vialetti, aiuole e alberi, più volte ricordato dai cronisti
del tempo tra i maggiori della città. "La rappresentazione, inoltre,
sembra restituire l'immagine di un tipico palazzo cinquecentesco
fiorentino, con il cortile centrale, le facciate divise da cornici
marcapiano ed un importante portale ad arco a tutto sesto quale
ingresso principale sul fronte verso il Renaio" (Zuffanelli)".
Testo
tratto da 'Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini
"Tra
il Seicento e i primi dell'Ottocento le notizie reperibili sono
per lo più in relazione ai molti lavori promossi dai proprietari
proprio in questi spazi esterni sulla gora e verso il greto dell'Arno
(vi lavorano tra gli altri Gherardo e Pier Francesco Silvani, Antonio
Maria Ferri, Ferdinando Ruggieri e Bernardino Ciurini), fino alla
realizzazione della cosiddetta 'passeggiata Serristori' (1803-1806),
progettata da Giuseppe Manetti e arricchita, lungo il percorso,
da piccole costruzioni adatte al riposo e al belvedere, compreso
un 'kaffeehaus' costruito sopra una delle pigne del ponte
alle Grazie. La fama della passeggiata, come le tante migliorie
apportate alla residenza nel corso del tempo, resero il palazzo
degno di ospitare uomini potenti e illustri, tra i quali Gioacchino
Murat, Nicola Demidoff (Nikolaj Nikitic Demidov, che affittò il
palazzo nel 1824) e vari membri della famiglia Bonaparte, tra i
quali Giuseppe, re di Spagna e fratello di Napoleone, qui morto
nel 1844."
Testo
tratto da' Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini |